Mondiali Spagna '82
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Il primo mondiale di calcio degli anni ’80, Spagna '82, è stato speciale, non solo per la vittoria della nazionale di calcio italiana ma anche per il contesto in cui è maturata e per come si è concretizzata.
Nel 1980 scoppia in Italia uno dei più grandi scandali legati al calcio-scommesse, che lede la credibilità di questo sport fino alla vigilia del mondiale che si giocherà in Spagna. Per la prima volta il torneo presenta 24 squadre (non più 16), con una formula da collaudare, che vede nel tabellone principale quasi tutte le più forti squadre del momento. La qualità dei collettivi e la presenza di numerose stelle hanno consegnato Spagna ’82 alle cronache come uno dei tornei calcistici più belli di sempre. Il Brasile (favorito per la vittoria finale) annovera tra le sue fila Junior, Toninho Cerezo, Socrates, Falcao, Zico; l’Argentina (campione del Mondo uscente) Maradona, Fillol, Passarella, Ardiles; la granitica Germania Ovest Rumenigge, Breitner, Kaltz, Littbarski, Schumacher; l'ambiziosa Francia (campione d’Europa due anni più tardi) Platini, Tigana, Six, Giresse, Tresor, Bossis, Battiston; il Belgio Pfaff, Gerets, Ceulemans; la Polonia Zmuda, Boniek, Lato. Senza dimenticare Arconada, Camacho, Shilton, Robson, Dasaev, Blokhin, Milla e Dalglish.
L’Italia sulla carta è fortissima con Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Antognoni, Rossi, Causio, Tardelli, Conti tra i convocati ma all’inizio del mondiale non le si dava molto credito per il gioco espresso poco incisivo.
Nel girone eliminatorio (con Camerun, Perù e Polonia) gli Azzurri sono secondi, alle spalle della Polonia, con 3 punti in virtù di altrettanti pareggi e passano il turno per differenza reti favorevole nei confronti del Camerun.
Le polemiche infuriano e la squadra italiana proclama il silenzio stampa.
Nei quarti di finale si sperimentano anomali gironi a tre squadre, la prima di ognuno accede alle semifinali. L’Italia è nel gironcino con Argentina e Brasile, formazioni entrambe accreditate per la vittoria finale.
Qui comincia una favola, una successione di eventi sportivi che rimarrà per sempre nella storia del calcio e nella memoria di chi li ha seguiti.
L’Italia sembra svegliarsi dal torpore contro l'Argentina in una partita non brillante e riesce a vincere 2-1. Brasile-Argentina termina 3-1 e nella terza partita ai carioca basta un pareggio per passare alle semifinali. Il commissario tecnico italiano Bearzot, preparando la gara col Brasile, presenta un modulo prudente con un contropiede manovrato. Il fuoriclasse Zico è marcato da Gentile mentre il nodale Serginho è affidato alle cure di Collovati.
Il match è nello stadio catalano Sarrià il 5 luglio 1982. A 5 minuti dal fischio d’inizio Cabrini mette un bel cross nel mezzo, Rossi di testa sigla il vantaggio italiano, la gioia è pari all’incredulità. Al 10’ Zico si libera del suo marcatore, passa palla al capitano Socrates che entra in area ed infila tra Zoff ed il palo alla sua sinistra: 1-1. I carioca prendono le redini del gioco con Falcao in regia, cominciano a giocherellare, mentre Eder esplode tiri a 120 km/h. Ma al 25’ l’avvoltoio Rossi piomba su una palla mal disimpegnata dai centrocampisti verdeoro e batte nuovamente Peres con un tiro: 2-1. Il primo tempo si chiude con un paio di occasioni per i brasiliani e la maglia di Zico stracciata da Gentile.
Il secondo tempo è davvero un thriller epico. Ad inizio ripresa Falcao sfiora il palo, al 51’ Conti sbaglia il 3-1, al 53’ Luisinho stende Rossi in area senza l’assegnazione del rigore, al 55’ Zico sfiora il pareggio su punizione, al 56’ Zoff si tuffa sui piedi di Cerezo, due minuti più tardi sventa un tiro di Serginho, al 58’ Rossi in solitudine spedisce fuori, un minuto dopo Eder su punizione esalta le doti di Zoff. Al 68’ Junior serve al limite Falcao, lasciato solo, che con un tiro mancino sigla il 2-2. Anche dopo il risultato a loro favorevole, i carioca non rinunciano al gioco offensivo. In contropiede l'Italia guadagna un angolo al 74’: respinta in area di un difensore brasiliano, tiro di Tardelli, deviazione di Rossi: 3-2. Successivamente l’arbitro, per fuorigioco, prima ferma Socrates, poi annulla un gol ad Antognoni; entrambe le decisioni sono molto discutibili. Ad un minuto dalla fine Eder batte un corner, la deviazione di testa di Oscar è miracolosamente neutralizzata da Zoff. L’Italia è in semifinale contro la Polonia.
Al Nou Camp di Barcellona i polacchi, senza il grande Boniek (squalificato per le ammonizioni rimediate nelle gare precedenti), sono facilmente battuti dagli Azzurri con due gol di Rossi, uno di rapina, l’altro di testa.
Nella semifinale Francia-Germania, molto più interessante, il gol dell’ala Littbarski è pareggiato da un rigore di Platini. Nei supplementari i francesi, in vantaggio 3-1, si fanno raggiungere sul 3-3 ed ai rigori passano i tedeschi.
Al Santiago Barnabeu di Madrid l’11 luglio 1982 si incontrano per la finale Italia e Gemania. Indisponibile Antognoni, dopo 8 minuti di gara si infortuna anche Graziani che viene sostituito da “Spillo” Altobelli. I centrocampisti tessono le trame del gioco ed al 25’ Bruno Conti è steso da Briegel in area. L’arbitro Coelho fischia il rigore: Antognoni, rigorista della squadra, è fuori; Rossi e Altobelli tergiversano, infine Cabrini calcia e spedisce al lato. Lo smarrimento degli Azzurri non è sfruttato dagli stanchi tedeschi.
Nel secondo tempo l’Italia attacca più frequentemente e con convinzione. Al 57’ Tardelli, su punizione, serve palla sulla destra al defilato Gentile che mette al centro, ancora una volta "Pablito" Rossi (capocannoniere del torneo con 6 reti) insacca di testa: 1-0. I tedeschi reagiscono e Zoff deve impegnarsi per disinnescare un colpo di testa di Hrubesch. Al 69’ gli Azzurri muovono verso la porta avversaria: fitta trama di passaggi, Scirea serve Tardelli al limite dell’area, Marco scocca il sinistro, Schumacher non si muove neanche: 2-0. La regia spagnola inquadra prima l’esultanza storica di Tardelli, poi il contentissimo Presidente Pertini in tribuna d’onore.
A dieci minuti dalla fine Conti parte in contropiede, appoggia ad Altobelli che fulmina per la terza volta Schumacher. Breitner segna il gol della bandiera poco dopo. Al triplice fischio dell'arbitro brasiliano il compianto telecronista Nando Martellini urla la celeberrima frase: “Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo!”. Il Bernabeu esplode, Il Re di Spagna Juan Carlos consegna a Zoff la Coppa del Mondo.
L'Italia piange di gioia e scrive la Storia del calcio.